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Nichiren Shōnin

 

 

Nichiren Shōnin, fu' un grande maestro, riformista ed anche restauratore del Buddhismo giapponese dell'epoca di Kamakura (1185 – 1333), nonché il fondatore della scuola Nichiren Shū. Egli nacque in Giappone circa 800 anni fa, il 16 febbraio 1222 a Kominato (nella corrente prefettura di Chiba).

 

All’età di undici anni, i genitori lo mandarono al tempio Seichōji per studiare. Dal quel momento, iniziò a chiedersi come mai ci fossero così tante diverse scuole buddhiste, mentre gli insegnamenti del Buddhismo erano esposti da un singolo uomo – cioè il Buddha Śākyamuni?

 

Nichiren Shōnin venne ordinato monaco nel tempio Seichōji alla giovane età di sedici anni e ricevette il nome “Zesshō Renchō” dal suo maestro Dozenbō. Dopo aver approfondito gli studi a Seichōji e successivamente a Kamakura e a Kyōto nei templi più importanti delle varie scuole delle tradizioni buddhiste presenti in Giappone all’epoca, egli arrivò alla conclusione che il Sūtra del Loto rappresentasse il culmine perfetto di tutti gli insegnamenti del Buddha.

 

Dopo un intenso periodo di preghiera durato sette giorni di isolamento, sentì di essere pronto ad intraprendere un suo piano di riforma del mondo buddhista giapponese e proclamò l’importanza di ritornare alle origini del buddhismo, dichiarando la necessità di un ritorno alla figura del Buddha Śākyamuni come figura centrale e al cuore della sua illuminazione e di tutti i suoi insegnamenti, il Sūtra del Loto.

 

Questa sua vigorosa proclamazione iniziò con la recitazione dell’Odaimoku di Namu Myōhō Renge Kyō, e avvenne sulla sommità di una scogliera che domina il vasto Oceano Pacifico, quando allo spuntare dell’alba, il sole cominciò a brillare e a dissolvere la foschia. Questa fu una proclamazione al cielo e alla terra, con il sole che illuminava il tutto, come fosse testimone di questo evento. In quel momento, egli cambiò il suo nome di Dharma da Zesshō Renchō a “Nichiren”. Era il 28 aprile 1253.

 

Dopo avere esposto ai fedeli locali del tempio Seichōji una presentazione di tutto ciò che avesse compreso durante i tanti anni di studio, Nichiren Shōnin partì per Kamakura, (allora la sede del governo) ed inziò a diffondere il Sūtra del Loto. Le lotte di potere, che viveva il Giappone in quel periodo storico culminarono con una guerra civile, tra alcuni clan dei samurai del governo locale contro le forze imperiali. Si diffusero in oltre voci su un imminente colpo di stato. Oltre a questo, la popolazione era sottoposta continuamente ad una serie di calamità naturali, tifoni, inondazioni e terremoti, e la paura dell’avvistamento di una cometa – considerata un evento molto negativo che aggravò l’impatto emotivo di questi eventi tra carestie e peste dilagante, provocarono uno stato di panico collettivo.

 

Testimone di questi disastri, Nichiren Shōnin fu motivato a scrivere il Risshō Ankoku Ron (Trattato per garantire la tranquillità e stabilità della nazione attraverso la rettitudine). Egli attribuì la grande sofferenza, l’instabilità sociale e i disastri sperimentati nel paese nonché la degenerazione della qualità della vita dell’intera popolazione alla follia del governo ed all’allontanamento dall'insegnamento buddhista stesso, dalla fede, ai valori e alle metodologie fondamentali di pratica iniziale, auspicando ad un ritorno al Buddha Śākyamuni come figura principale di riferimento e nel cercare di illuminare il mondo basato sull'illuminazione del Buddha, come rivelato nei suoi insegnamenti sopratutto nel Sūtra del Loto.

 

Fermamente convinto di questo, Nichiren Shōnin incoraggiò le persone a ritornare ad una fede pura, basata sul Buddha Śākyamuni e sul Sūtra del Loto. Nel Risshō Ankoku Ron,  Nichiren Shōnin sottolineò che se il governo non fosse ritornato subito ai principi e ai valori fondamentali del buddismo e nel Sūtra del Loto (che il Giappone aveva già seguito fedelmente in precedenza per secoli), non solo le calamità che tormentavano il paese sarebbero continuate, ma sarebbero senza ombra di dubbio peggiorate.

 

Anzi aggiunse che gli eventi sarebbero ulteriormente peggiorati in modo così drastico da portare nella nazione a disordini interni che sarebbero potuti sfociare in una guerra civile. Tutto ciò avrebbe portato ad un indebolimento delle proprie difese territoriali, con la possibile invasione nel territorio giapponese da parte di una forza militare straniera con risultati ancora più disastrosi. Questi moniti furono inascoltati dal governo, e la nazione subì tutti questi terribili eventi previsti da Nichiren Shōnin nel Risshō Ankoku Ron, compresa l’invasione per ben 2 volte da parte dell'impero mongolo in alcune delle sue isole occidentali.

 

Questi avvertimenti sono andati inascoltati dal governo, e la nazione soffrì ulteriormente tutti questi terribili eventi previsti da Nichiren Shonin nel suo Risshō Ankoku Ron, compreso anche essere poi invasa 2 volte da dell'impero mongolo in alcune delle sue isole occidentali.

 

Una copia di questo trattato venne presentato alle autorità governative nel 1260 e il messaggio di quell’opera sarà ripetuto nelle sulle prediche pubbliche per strada. Il Risshō Ankoku Ron provocò una reazione molto ostile da parte delle autorità criticate da Nichiren Shōnin, fomentate in oltre dalla furia delle autorità religiose, che nel trattato Nichiren Shōnin accusava loro, di falsi insegnamenti. Ciò innescò una serie di persecuzioni nei confronti di Nichiren e dei suoi seguaci. Tra queste, le maggiori furono la persecuzione di Matsubagayatsu, l’esilio nella penisola d’Izu, ed ancora di più le persecuzioni di Komatsubara, Tatsunokuchi e i quasi tre anni di esilio solitario sull’isola di Sado.

 

Nonostante queste avversità, lo zelo missionario di Nichiren Shōnin fu risoluto. I suoi successivi quattro grandi trattati dimostrano la sua determinazione. In esilio sull’isola di Sado, Nichiren Shōnin completò due opere fondamentali nello sviluppo del suo pensiero: Il Kaimoku Sho (L’apertura degli occhi) in cui è rivelata la consapevolezza interiore di Nichiren Shōnin di essere il devoto praticante predetto nel Sūtra del Loto, ed il successivo Kanjin Honzon Sho (L’oggetto di venerazione per l’introspezione spiritulale), in cui è esposto il principio di unità tra le verità eterne del Dharma e il Buddha Eterno, Śākyamuni. Poco dopo, per sottolineare le tesi presentate in queste opere, Nichiren Shōnin realizzò una rappresentazione grafica (in forma calligrafica) del principio filosofico alla base del suo pensiero. Questa rappresentazione è il Mandala Gohonzon.

 

Nel 1274, dopo il suo terzo e ultimo tentativo di riportare il governo ad un risveglio nei valori e principi del Sūtra del Loto, Nichiren Shōnin salì sul Monte Minobu, che divenne il suo eremo di ritiro ed esilio volontario per gli ultimi 9 anni della sua vita. Fu un periodo dedicato al completamento della sua missione e alla perpetuazione della sua scuola per le generazioni future. In questo periodo, dopo il suo terzo e ultimo tentativo di portare il governo ad un ritorno agli insegnamenti del Sūtra del Loto, scrisse altre 2 opere importantissime e fondamentali dei suoi insegnamenti: il Senji Sho, (La selezione del tempo) e il Ho'on Jo (Riconoscenza dei debiti di gratitudine).

 

Nel Senji Sho, composto nel 1275, Nichiren Shōnin affermò la correttezza della sua metodologia di propagazione del Sūtra del Loto e predice il successo delle sue convinzioni. La morte del suo vecchio maestro nel mese di marzo del 1276, invece, fu la base del trattato Ho'on Jo scritto in memoria del suo amato maestro Dozenbō e inviato a tutti i monaci del tempio Seichōji.

 

Nel mese di settembre del 1282, a causa delle condizioni di salute sempre più precarie, Nichiren Shōnin lasciò il Monte Minobu con l’intenzione di recarsi presso le sorgenti termali di Hitachi, note per i loro benefici salutari. Tuttavia, il peggioramento della sua salute lo fece fermare a breve distanza dalla destinazione ed il 13 ottobre 1282 a Ikegami, nell’odierna Tōkyō, Nichiren Shōnin lasciò il corpo tranquillamente, circondato dai suoi sei discepoli principali Nisshō, Nichirō, Nikkō, Nikō, Nitchō e Nichiji, e da altri discepoli e seguaci, ponendo fine a 60 anni di vita molto movimentati.

 

Nel suo testamento finale, Nichiren Shōnin chiese ai discepoli e ai seguaci di “costruire la sua tomba sul Monte Minobu dove il suo cuore risiederà per sempre”, un desiderio che venne fedelmente realizzato e dopo il funerale, che ebbe luogo ad Ikegami, i suoi resti furono portati sul Monte Minobu, dove venne eretta una tomba.

 

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